Molti i temi dibattuti nell’ultimo Consiglio di Frazione di Colombaro. Tra i più controversi quello relativo all’Associazione culturale giovanile “La Miccia” che attualmente svolge la sua attività all’interno delle ex scuole elementari della frazione. I cittadini accusano che, da quando tale sede è stata affidata all’Associazione, sono comparse lungo Via Sant’Antonio, la strada principale lungo la quale si sviluppa la frazione, bottiglie abbandonate e urinate contro gli edifici attigui alle ex-scuole elementari. Pare inoltre che spesso i ragazzi dell’Associazione si ubriachino portando alcolici dentro la sede. Resta anche da capire se l’Associazione in questione godesse gratuitamente dell’uso dei locali o se tutte le spese di gas, corrente elettrica, acqua e telefono fossero a carico della comunità. Dinanzi alle accese proteste dei cittadini presenti, il Sindaco ha affermato che il percorso aggregativo è fallito. La Lista Civica per Cambiare si chiede: solo dopo le aspre polemiche dei cittadini se ne accorge? Come mai nell’ultimo numero del notiziario comunale INFORM, pubblicato a Febbraio, si affermava che l’Associazione in questione offriva un “significativo valore aggiunto in termini di progetti ed iniziative per e con i giovani formiginesi”? Il periodico d’informazione del Comune parla a nome dell’Amministrazione o il Sindaco si contraddice? Comunque sia, rimane l’ottimo esempio di politica giovanile proposta! La Lista Civica per Cambiare è contraria alla cultura dello “sballo” e si offre, per rimediare alla colpevole superficialità del Sindaco, di incontrare i responsabili dell’Associazione in questione affinché, insieme agli stessi, si concordino percorsi di aggregazione giovanile di “spessore”, che possano svilupparsi nel rispetto dei luoghi e delle persone.
A prescindere dal citato consiglio di frazione, sono diversi a Colombaro i punti dolenti a cui l’attuale Amministrazione non ha fornito risposte esaurienti: la mancanza di un luogo in cui i cittadini possano incontrarsi, la messa in sicurezza di Via Sant’Antonio e una, ristrutturazione, quella di Cà Bella, costata ai cittadini del Comune 350mila euro senza che la struttura sia mai stata utilizzata, ed oggi in evidente stato di abbandono. A ciò si aggiunga il protrarsi della presenza del canile: collocato in un vecchio caseificio abbandonato, tra materiale di scarto, muri sgretolati ed erbacce; in un quadro di complessivo degrado posto quasi di fronte all’antica Pieve.
giovedì 2 aprile 2009
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