venerdì 29 maggio 2009

Verità scomode...

Ho letto con attenzione le diverse interviste rilasciate dal sindaco Franco Richeldi ed apparse sulla stampa in questi giorni e ritengo meritino una replica. Il sindaco uscente dice: “Credo di poter affermare che ho voluto e voglio bene al mio paese e alle persone che vi abitano”. Scusate ma cosa vuol dire questa frase: o al paese ci si vuol bene oppure no; cosa vuol dire, credo? Questa affermazione fa sorridere. Così come fa sorridere il passaggio dove afferma che l’attuale coalizione che lo sostiene garantisce una maggiore coesione del passato avendo sottoscritto “un programma a seguito di un confronto esplicito, basato su una reciproca disponibilità e affidamento”. Scusi, sindaco, ma l’altra volta non era andata proprio così? Poi Richeldi sciorina una serie infinita di cose che farà: “(…) priorità dovranno essere il sistema educativo e iniziative rivolte ai giovani, in più l’attenzione a tutte le fasce più deboli come le famiglie, gli anziani e i disabili. Verrà garantita la continuità di accesso ai servizi scolastici ed educativi e di erogazione dei servizi di pubblica utilità”. E meno male! Scusate ma se il sindaco non facesse queste cose, di cosa si dovrebbe occupare? Ha citato solo attività di ordinaria amministrazione, che tutti i sindaci d’Italia tentano di portare avanti con senso di responsabilità, con la differenza che questi fanno le stesse cose senza elevare l’addizionale all’irpef al massimo consentito. Dov’è dunque il dato eccezionale o la novità? Se c’è una novità, sta nel modo in cui Richeldi sta portando avanti la sua campagna elettorale: tutte le manifestazioni, sportive, culturali, di volontariato sono occasioni offerte all’amministrazione per permettere a Franco Richeldi di fare la sua passerella. Questo è ciò che sa fare meglio questo sindaco: tagliare nastri e fare della propaganda. Così si spiega perché il nostro gruppo, se vuole ottenere un po’ di visibilità, in questa campagna elettorale, deve spendere soldi (propri!), mentre altri ne spendono di tutti in barba “alle tante persone che perdono il posto di lavoro e alle tante difficoltà in cui versano molte famiglie”.

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